Un capolavoro del Liberty genovese: lo scalone del Bristol Palace | Hotel Bristol Palace - Hotel 5 stelle
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Un capolavoro del Liberty genovese: lo scalone del Bristol Palace

Un capolavoro del Liberty genovese: lo scalone del Bristol Palace

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Ven, 19/03/2021 - 13:00

Scalone ellittico

Impossibile non notarlo, appena messo piede all’interno del Bristol Palace di Genova. Il grande scalone ellittico che troneggia al centro è il simbolo dell’hotel, fin da quando è stato costruito l’edificio, nell’anno 1905. Fermiamoci un attimo ad osservarlo, mentre evochiamo le memorie di questo posto. 

La rivoluzione estetica del Liberty a Genova 

A Genova, ad inizio Novecento, un vento fresco proveniente dall’estero “spettina” le architetture cittadine, ispirando anche gli artisti locali: è il Liberty, lo stile della nuova borghesia in ascesa. Altrimenti nota come Art Nouveau, questa estetica si mescola al preesistente eclettismo, e cambia, in parte, il volto della città. Soprattutto in via XX settembre, dove, come per inaugurare il secolo, nel 1900 viene edificato il palazzo dei Giganti. Poi nel 1904 vede la luce il palazzo dei Pagliacci, in corso Martinetti, a Sampierdarena, periferico esempio di Liberty ispirato alla Secessione viennese. Si torna in via XX settembre per ammirare l’elegante Bristol Palace: nella sua sala da ballo e nel ristorante l’alta società organizzò grandi feste a partire dal 1905. 
Ancora in centro, in via Maragliano, c’è palazzo Zuccarino, che viene edificato, nel 1907, dall’architetto Gino Coppedè: lo stesso che sarà l’ideatore della cittadella dell’Esposizione Internazionale di Genova del 1914, un evento che segnerà il definitivo trionfo dello stile Liberty in città. Ma prima, nel 1912, Gino Coppedè, in binomio con il fratello Adolfo, architetto di interni, realizzerà il Palazzo della Borsa

Scalone elittico

Il simbolo del Bristol racconta la sua storia

Sei piani di storia. Lo scenografico scalone ellittico in marmo bianco con ringhiera in ferro battuto si avvita a spirale fino all’ultimo piano. Sembra sospeso nello spazio, ma anche – in un certo qual modo – sospeso nel tempo. Possiamo immaginare le grandi personalità del tempo salire e scendere: da Edmondo De Amicis, che dopo li suo soggiorno lasciò complimenti scritti - «Ho lasciato il Bristol con l’illusione di essere stato per cinque giorni un grande Signore» - a D’annunzio, Pirandello e Montale, che veniva qui per frequentare le sedute settimanali del Rotary Club. Hanno ammirato la prospettiva vertiginosa che offre lo scalone l’Imperatore Hirohito, l’Infanta di Spagna e Carlo Azeglio Ciampi, Yitzhak Rabin e Simon Peres, Rita Levi Montalcini e due mattatori di genio come Vittorio de Sica e Alberto Sordi. Su questi gradini si sono posati leggeri i piedi di Rudolf Nureyev e Carla Fracci. Infine, leggenda vuole che Alfred Hitchcock – due volte ospite del Bristol – a Genova per studiare alcune riprese di “Caccia al ladro” si sia ispirato alla scala ellittica per il suo film Vertigo, alias La donna che visse due volte. Per comprendere il motivo, basta salire fino in cima e affacciarsi verso il basso: prende forma una spirale degna di un’illusione ottica.

 

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