Storia | Hotel Bristol Palace - Hotel 5 stelle
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Storia

Raffinato edificio in stile Liberty, l’Hotel Bristol Palace è una delle strutture ricettive più conosciute di Genova. Fin dal primo Novecento è il cuore pulsante della vita culturale della città: in piena Belle Epoque ospitava feste e banchetti dell’alta società, e oggi, grazie ad un’accurata opera di restauro, è stato restituito all’antico splendore.

L’Hotel è legato al nome di Alfred Hitchcock, più volte ospite della struttura, che secondo la leggenda si ispirò all’imponente scalone ellittico di marmo del palazzo per il suo film “Vertigo”.

Il palazzo

Siamo in via XX Settembre, in pieno centro, a due passi da Palazzo Ducale e da Piazza de Ferrari, dal Teatro Carlo Felice e dai più importanti musei e palazzi di Genova nonché dai celebri Rolli, riconosciuti Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco: non si può dire di essere stati a Genova se non si è venuti qui, a contatto con l’anima più profonda della città. Costruita tra la fine dell’800 e l’inizio del 900, via XX Settembre è un susseguirsi di eleganti palazzi, tra i quali spicca il Bristol Palace. Fin dalla sua apertura, nel 1905, il Bristol è stato considerato uno dei più prestigiosi hotel della città: la buona società di Genova lo scelse come sofisticata cornice per feste leggendarie e come ristorante esclusivo. Location di grande fascino, attrasse ospiti illustri come Gabriele d’Annunzio, Luigi Pirandello e l’imperatore Hirohito.

La sua nomea non lo preservò dai rovesci della storia: durante la Seconda Guerra Mondiale il comando tedesco vi installò il suo quartier generale, costruendo un tunnel segreto fino al porto di Genova, mentre al termine del conflitto il Comitato Italiano di Liberazione dell’Alta Italia ne fece la propria sede.

Splendidamente restaurato, conserva oggi strutture e preziosi arredi originali. Nel marzo 2014 infatti, grazie all’impegno del Gruppo Duetorrihotels, sono stati portati a termine importanti lavori di ristrutturazione che gli hanno permesso di tornare all’antico splendore Liberty e Art Déco: pregiati oggetti e complementi d’arredo dell’Ottocento e del primo Novecento sono stati restituiti a nuova vita. Oggi si possono ammirare i sontuosi salotti Napoleone III, i marmi dei pavimenti e delle pareti delle sale banchetti e convegni, l’originario e antico parquet delle sale congressi e del Ristorante Giotto, dove si può cenare circondati da stucchi e affreschi. La Sala Michelangelo, antica sala di lettura dell’Hotel, ha conservato il grande specchio, le appliques alle pareti e il lampadario centrale, testimonianza del lusso che avvolgeva gli importanti ospiti dell’Hotel, come riportano le immagini d’epoca presenti nella Guida Grand Bristol Hôtel de Gênes, prezioso volume in lingua francese della collana delle Guides Illustrés Reynaud.

L’Hotel è membro di “Locali Storici d’Italia”, l’associazione culturale patrocinata dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali che si prefigge, attraverso iniziative culturali, turistiche ed editoriali, di valorizzare e tutelare i più antichi e prestigiosi locali – alberghi, ristoranti, trattorie confetterie, pasticcerie, grapperie, caffè letterari – che, con almeno settant’anni di vita, siano stati protagonisti o artefici di pagine della storia d’Italia attraverso gli avvenimenti di cui sono stati sede e i personaggi che li hanno frequentati.

 

Lo scalone Liberty che ispirò Alfred Hitchcock

Uno dei dettagli più pregiati dell’Hotel, dal punto di vista architettonico e culturale, è lo scalone ellittico in marmo bianco in puro stile Liberty: se osservato dall’alto, oppure dal basso, offre una prospettiva vertiginosa ed esteticamente molto appagante.

Allo scalone del Bristol Palace è legata una leggenda che sicuramente ha un fondo consistente di verità: la sua delicata e avvolgente spirale avrebbe ispirato ad Alfred Hitchcock – al Bristol per girare alcune scene di Caccia al ladro – il film “Vertigo”, conosciuto in Italia come “La donna che visse due volte”.

In effetti, il grande regista è stato uno dei frequentatori dell’Hotel, al punto che vi soggiornò già nel 1925, quando girò il suo primo film “The pleasure garden”. All’epoca ventisettenne, il futuro Maestro del brivido non aveva ancora alcuna esperienza di regia. Quando molti anni dopo Francois Truffaut lo intervistò per scrivere la sua famosa biografia “Le cinéma selon Hitchcock”, il cineasta raccontò gustosi aneddoti e retroscena della sua permanenza a Genova con una troupe piuttosto improvvisata, intenta a girare alcune scene, in particolare al porto, e spesso alle prese con imprevisti di ogni genere. Nonostante tutto, il “battesimo del botteghino” premiò i suoi sforzi: il London Daily Express definì Hitchcock “young man with a master mind”, un giovane con l’intelligenza di un maestro. La sua via era tracciata: sarebbe diventato uno dei più grandi artisti della settima arte, legando il suo nome alla città.

 

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